Wonder: quando la diversità unisce

Mi capita raramente di continuare a pensare a un film visto giorni prima, ma questa volta proprio non riesco a togliermelo dalla testa.

È Wonder, il film che esce nelle sale cinematografiche a novembre 2017 e ti porta a riflettere su un’epoca segnata dalla chirurgia estetica, definita “selfie generation” e popolata dai fashion vlogers. Ciglia, unghie, capelli o denti? Ci si procura facilmente tutto, anche se finto. Basta solo pagare.

È un film estremamente toccante che trasmette in modo semplice e puro le emozioni dei vari personaggi e in modo particolare di Augustin detto Auggie, l’attore principale, che ha la sfortuna di essere diverso. Troppo diverso dagli altri. Diverso a tal punto che l’unico modo per nascondere la sua stranezza è quello di indossare una maschera. Beh, anche noi portiamo le nostre bautte di varie forme e colori e che riteniamo appropriati per piacere agli altri. Auggie porta, però, un casco da astronauta e un casco non è proprio una maschera così tanto “regolare”. 

Quindi, suo malgrado, gli tocca una cosa estremamente coraggiosa e dolorosa al tempo stesso: scoprirsi. Un gesto valoroso.

Gli altri però non apprezzano la sua fatica, anzi, stentano ad accettarlo così com’è, perché sono abituati a vedere una “normalità” ben diversa. Più bella e con meno cicatrici.

Per il suo aspetto fisico è la vittima preferita dei bulli, fin dal suo primo giorno di scuola.

Forse vi chiederete: come fa a sopravvivere un essere umano definito un “mostro” dai suoi coetanei?

La diversità ci mette spesso a disagio, forse perché siamo attratti dalle cose perfette. Desideriamo la perfezione sia da noi che dagli altri. Di conseguenza nella nostra quotidianità mascheriamo i nasi grandi con il make up, i seni piccoli con i reggiseni imbottiti, l’altezza con i tacchi scomodissimi e soprattutto le idee e le opinioni con i sorrisi falsi e le frasi preconfezionate.

A proposito, si può affermare che Auggie sia veramente brutto? Forse secondo gli standard comuni direste di sì, ma una cosa è certa: “uno si abitua alla sua faccia” come dice nel film il suo migliore amico.  E ci possiamo abituare anche noi. Lui non può cambiare il suo aspetto, però, noi possiamo cambiare il nostro modo di guardarlo.

Il cambiamento può passare solo da noi stessi, abbandonando le nostre maschere; come hanno fatto gli amici di Auggie, non persone fuori dal comune, ma ragazzi che a un certo punto decidono di mettere via le loro finzioni. Se si vogliono ottenere cose autentiche nella vita non si può fare altrimenti.

Wonder ci insegna anche questo e mi auguro che risuonerà a lungo nei cuori di tutti noi ricordandoci che bisogna essere gentili con gli altri”.

P.S.: Se fossi un medico lo prescriverei come medicina contro la superficialità.

 

Dott.ssa Maria Skamlova

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